Skip to main content

Può una pizza cambiare la prospettiva di una persona? A volte, sì.

È quanto accaduto nella casa circondariale di Brissogne (AO), dove nel mese di luglio 2025 si è tenuto il primo corso “Professionale Pizzaiolo di 1° livello” di Scuola Italiana Pizzaioli, realizzato grazie al supporto della Confcommercio Valle d’Aosta, del distributore Ristorfoods e grazie alla lungimiranza della direzione del carcere.

Dodici detenuti, nessuna esperienza ma grande motivazione.

In cinque giorni intensi di teoria e pratica hanno imparato non solo le tecniche per realizzare una pizza classica a regola d’arte, ma anche il valore del lavoro, della precisione, della collaborazione. Un percorso formativo che, nel rispetto del metodo didattico di Scuola Italiana Pizzaioli, ha saputo seminare competenze reali.

Ma non solo.

Perché in un luogo dove il tempo sembra cristallizzato, impastare, stendere e infornare è diventato un gesto di libertà. Un momento di umanità condivisa. I corsisti, con impegno e passione, hanno inoltre preparato più di 140 pizze, offrendo a tutta la popolazione detenuta un pasto speciale. Per molti era la prima pizza gustata dopo anni. Ed è lì che la pizza si è rivelata, ancora una volta, un cibo socialmente utile.

Perché una pizza, quando è fatta con cura e condivisa con rispetto, può diventare molto più di un pasto:

è un ponte tra persone, è memoria di casa, è dignità ritrovata, è riscatto per il futuro. In un contesto difficile come quello carcerario, ha rappresentato un’occasione concreta di formazione, ma anche un gesto di umanità che lascia il segno.

L’insegnamento che resta è semplice e potente:

“dove arriva una pizza ben fatta, può arrivare anche una possibilità nuova”.

E da un forno acceso può nascere, davvero, un futuro migliore.



Di: Enrico Bonardo
Direttore commerciale e marketing di Scuola Italiana Pizzaioli

 

 

preloader